Dolore non specifico di spalla

  • 29 Settembre 2023

FISIOTERAPIA A CATANIA PER Tendinite, artrosi, capsulite adesiva e spalla congelata

Tendinite, artrosi, capsulite adesiva e spalla congelata sono le cause più comuni di dolore alla spalla. Come arrivare ad una diagnosi e impostare le terapie.
Il dolore a livello dell’articolazione di spalla è una questione abbastanza spinosa.

I principali problemi della spalla

Qui di seguito scopriamo le principali problematiche e patologie che coinvolgono la spalla, le cause del dolore, e i percorsi terapeutici disponibili per ciascuna:

i danni da instabilità (micro e macro instabilità);

  • la spalla rigida;
  • le calcificazioni di spalla;
  • Il conflitto sub-acromiale e le lesioni di cuffia:
  • l’artrosi.

Cause del dolore alla spalla

Il dolore può essere causato da un evento traumatico ben definito oppure da microtraumatismi ripetuti che superano la capacità di resistenza dei tessuti.

Oppure il dolore alla spalla può essere sintomo dell’evoluzione di patologie infiammatorie e/o degenerative che possono coinvolgere i tendini della spalla (lesione della cuffia dei rotatori) oppure il tessuto osteo-cartilagineo (processo dell’artrosi).

i tre sottogruppi della spalla dolorosa si riferiscono pertanto ai danni di tre tipi di tessuto differenti:

  • ai legamenti articolari della spalla;
  • ai tendini della spalla (cuffia dei rotatori);
  • alla struttura osteo-cartilaginea.

Screening di Test

L’obiettivo su cui si focalizza il fisioterapista è la funzione. Funzione che è stata persa dal paziente o che invece risulta dolorante e trovare la soluzione attraverso tecniche particolari per riuscire a rendere quel particolare movimento libero da sintomi o al massimo meno doloroso (Pain Modification Technique).
Questo screening di test poi servirà al terapista per costruire il piano terapeutico personalizzato per ogni singolo paziente.
Altra cosa importante per il fisioterapista sarà incasellare i comportamenti di questa spalla all’interno di un gruppo di componenti. Queste componenti sono 4:

  • Ipomobilità: la caratteristica più importante di questa categoria è la ridotta mobilità e ampiezza di movimento della spalla. Sia alla mobilizzazione attiva da parte del paziente che alla mobilizzazione passiva da parte del terapista la spalla rimarrà rigida (dura o elastica).All’interno di questa categoria per esempio troviamo la frozen shoulder o capsulite adesiva.
  • Ipermobilità: in questa categoria la spalla ha perso la propria stabilità e si muove più di quel che dovrebbe. Non è detto che sia associato anche dolore. Il paziente spesso riferisce sensazioni come se la spalla non fosse più sua, sensi di vuoto o di braccio morto, di spalla che va via, debolezza marcata.Queste problematiche possono essere congenite o acquisite a seguito di traumi.All’interno di questa categoria troviamo instabilità non traumatiche, lussazioni o sublussazioni di spalla.
  • Iperdolorabilità: la componente più importante in questo caso è il dolore. La conseguenza più importante del sintomo algico è l’impossibilità a svolgere anche i più semplici movimenti in quanto causano dolore; spesso succede che anche non facendo nulla il paziente senta dolore (giorno o notte che sia).Questo si può manifestare a seguito di svariati motivi: traumi, fratture, infezioni, sovraccarichi funzionali, lesioni tendinee o muscolari.
  • Quadri misti.

Esami diagnostici

A seguito di una raccolta anamnestica da parte del professionista sanitario e di un esame obiettivo specifico potrà essere necessario indagare ancora più a fondo la spalla del paziente per escludere o confermare certe ipotesi diagnostiche.

Il ragionamento clinico da parte del professionista prevede l’utilizzo degli esami diagnostici solo in ultima istanza e in caso di particolari dubbi; un buon professionista con la prima valutazione è già in grado di capire la stragrande maggioranza delle problematiche della spalla e di farsi un quadro clinico abbastanza chiaro.

Talvolta possono essere richiesti:

  • RX: per escludere la possibilità di fratture a seguito di traumi o cadute. Trattare una frattura non riconosciuta potrebbe causare dolori inutili al paziente.
  • Risonanza Magnetica: ci permette di visualizzare lo stato anche di tessuti molli quali muscoli o tendini, impossibili da vedere alla lastra, e tutte le altre strutture d’intorno. Il limite di questo genere di indagine è che purtroppo può essere svolto in fase statica della spalla.
  • Ecografia: valutazione esclusiva dei tessuti molli della spalla. La potenzialità di questo esame è che è possibile vedere come queste strutture si comportano durante i movimenti. La pecca è che è un esame dipendente dalla bravura dell’operatore.
  • Tac: all’interno delle patologie di spalla viene utilizzato maggiormente nei casi di fratture per individuare il numero o le caratteristiche dei vari frammenti.

Trattamento

A seguito della diagnosi funzionale svolta dal fisioterapista il tipo di trattamento potrà variare da persona a persona.
Le terapie che potrà svolgere il terapista potranno essere di tipo manuale tramite l’uso di mobilizzazioni passive articolari, massoterapia distrettuale per trattare il tessuto muscolare ipertonico dovuto a compensi instaurati nel tempo o assistere il paziente parzialmente durante lo svolgimento di movimenti funzionali per dosare il carico o correggere errori particolari.
Talvolta il fisioterapista si può avvalere dell’utilizzo di terapie fisiche strumentali per facilitare la mobilità o ridurre la sensazione dolorosa del paziente: tecarterapia, laser ad alta potenza, ultrasuoni, criosound sono solo alcune fra le più utilizzate.

La cosa più importante però è l’esercizio terapeutico da svolgere all’interno della fisio-palestra. Questo deve essere programmato singolarmente su ogni singolo individuo in base al genere di problematica che sta affrontando e alla propria capacità di tollerare i carichi di lavoro. Senza una buona pratica di esercizio la spalla, specialmente per l’atleta sportivo, non potrà tornare a praticare le proprie mansioni prepatologia.

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