Scoliosi | cos’è e come si cura

La scoliosi idiopatica o dell’adolescenza è una deformità evolutiva della colonna vertebrale che appare all’età dell’adolescenza e progredisce fino alla fine dell’accrescimento (16\18 anni per le femmine; 18\20 per i maschi). 

Colpisce il sesso femminile con un rapporto di 4 a 1 rispetto a quello maschile ed in 1 caso su tre è ereditaria.

Le cause che producono la deviazione della colonna sono ancora mal conosciute, di sicuro si sa che la malformazione ha una trasmissione genetica.

Gli studi sulla componente genetica della scoliosi effettuati dagli inizi degli anni ’70 hanno infatti portato all’identificazione di numerosi geni candidati. Pertanto oggi si ipotizza che la scoliosi abbia una componente ereditaria complessa

La scoliosi questa sconosciuta

La scoliosi – dal greco skolios che significa storto, contorto – rappresenta una deformazione della colonna vertebrale che da sempre ha colpito l’attenzione, in particolar modo per il suo forte impatto estetico. Tale alterazione (in passato considerata bidimensionale) risulta di norma tridimensionale e costante, e si evidenzia in modo particolare sul piano frontale; segni caratteristici della scoliosi sono infatti le convessità/concavità laterali del rachide.

L’alterazione scoliotica, come del resto tutte le deformazioni rachidee, coinvolge, oltre alle vertebre e alle relative articolazioni, i dischi intervertebrali, i legamenti, il sistema miofasciale e gli organi interni. Tutto ciò è quindi in grado di causare problemi strutturali e funzionali, oltre che estetici, che si possono evolvere nel tempo negativamente a meno che non si intervenga in maniera appropriata.

Diagnosi della scoliosi

Alcuni segni che possono far nascere il sospetto di una presenza scoliotica sono:

  • Evidente diseguaglianza dei due triangoli della taglia;
  • Una spalla notevolmente superiore alla controlaterale;
  • Evidente inclinazione (e rotazione) del bacino;
  • Una scapola decisamente più prominente dell’altra;
  • Evidente inclinazione della testa e/o di tutto il corpo da un lato;
  • Evidente diversità nell’appoggio plantare destro rispetto al sinistro.

Durante una visita specialistica, il soggetto di norma viene esaminato in maniera statica e dinamica in tre posizioni: stazione eretta (si verificano allineamento spalle, fianchi, triangoli della taglia, torace, bacino, scapole, filo a piombo), flessione anteriore o test di Adams (esame dell’allineamento vertebrale e del gibbo tramite scoliosometro), posizione stesa (verifica di lunghezza degli arti inferiori, colonna vertebrale e muscolatura paravertebrale).

In base a tutto ciò, viene formulata una prima diagnosi e ipotesi (che non possono essere che approssimative) sul grado di correggibilità della curva scoliotica.

Quando l’esame visivo evidenzia l’esistenza della scoliosi, viene ovviamente eseguito un approfondimento tramite specifici esami strumentali. Fra questi, il SURFACE 3D ci permette di acquisire le informazioni del rachide in maniera non invasiva.

Il Surfacer System, attraverso i dati dell’acquisizione, è in grado di presentare i valori relativi al piano sagittale a livello cervicale, dorsale e lombare e quindi l’angolo cervico-dorsale e dorso-lombare. Con lo studio dei paramorfismi delle superfici si evidenziano (per il lato destro e per quello sinistro) le asimmetrie muscolo-scheletriche.

L’insieme dei dati facilita, con assoluta precisione, l’approfondimento della condizione attuale del paziente e le modifiche nel tempo, anche a seguito di trattamenti.

Trattamento della scoliosi

L’efficacia della cura si basa su una diagnosi tempestiva.

Il trattamento della scoliosi lieve prevede una terapia non cruenta basata classicamente sulla ginnastica correttiva e per le situazioni più gravi, sull’utilizzo del corsetto.

 L’attività fisica deve considerare tutti gli aspetti riguardanti l’aspetto biomeccanico: miofasciali, articolari, propriocettivi, neuromotori.

La ginnastica correttiva prevede esercizi di:

– allungamento delle retrazioni miofasciali;

– potenziamento dei muscoli deficitari;

– ricerca della corretta postura in situazioni statiche e dinamiche;

– percezione e autocorrezione dei difetti posturali.

PRINCIPI GENERALI DELLA TECNICA CORRETTIVA

Come tutte le attività motorie e le scienze, anche la ginnastica correttiva deve sottostare a determinati princìpi.

1) Ricerca delle cause scatenanti ed aggravanti dell’alterazione morfologica.

2) Presa di coscienza, da parte del soggetto, della propria attitudine corporea (alterazione); solo in questo modo può riuscire a correggersi e collaborare attivamente durante la vita di tutti i giorni. (utilizzare a questo scopo le vie sensitive di vista e tatto).

3) Favorire la decontrazione ed il rilassamento per avere movimenti precisi, efficaci e ben localizzati. È importante che il soggetto abbia un’esatta presa di coscienza di quali muscoli intervengono nel movimento e quali devono essere lasciati a riposo.

4) Sbloccare il segmento e poi tonificare: eseguire esercizi di mobilizzazione prima e di tonificazione poi, in modo da riequilibrare i gruppi muscolari riattivati con la mobilizzazione. In caso di soggetti astenici o iperlassi si lavora solo sulla tonificazione.

5) Ginnastica di ipercorrezione; il movimento deve sempre superare il limite della posizione normale. Fanno ancora eccezione i soggetti astenici e iperlassi.

6) Scelte del movimento per accorciare i muscoli allungati (contrazione completa e distensione incompleta) e per allungare i muscoli accorciati (contrazione incompleta e distensione completa); in questo modo è possibile correggere lo squilibrio muscolare che determina l’alterazione.

 7) Pochi esercizi, ben scelti e ben dosati. Specificità di esercizi a seconda dell’alterazione che presenta il soggetto, dosati secondo le capacità effettive. La ripetizione di questi esercizi è utile anche per esercitare la memoria muscolare. Lato negativo: la ripetitività crea situazioni di noia.

 
8) Graduare la progressione dell’esercizio, dal semplice al complesso, dal blando all’intenso.

 
9) Passare dalla posizione supina a quella seduta, in ginocchio, fino ad arrivare alla stazione eretta. È meglio partire da una posizione di scarico gravitazionale, fino ad arrivare alla normale posizione di stazione eretta.

 
10) Ritmo del movimento: né troppo lento, né troppo rapido, l’ideale è il ritmo respiratorio. Movimenti troppo rapidi perdono in precisione, troppo blandi generano una scarsa irrorazione sanguigna.
Resta comunque inteso che gli esercizi di mobilizzazione vengono svolti a ritmo più rapido, quelli di tonificazione, più lentamente.

 
11) La ginnastica respiratoria deve sempre intervenire nella lezione di ginnastica correttiva perché tutte le alterazioni del tronco comportano un’insufficienza respiratoria.

 
12) Controllo periodico del ragazzo in modo da poter valutare i risultati ottenuti e poter adattare gli esercizi in base ai progressi conseguiti.

Esercizi da evitare con la scoliosi

Tutti gli sport altamente mobilizzanti possono favorire la progressione della scoliosi in chi è predisposto. In particolare sappiamo che la ginnastica artistica e la ginnastica ritmica praticate a livello agonistico sono particolarmente dannose in questo senso.

  • Nuoto: nuotare per un lungo periodo di tempo può causare l’appiattimento della colonna vertebrale toracica. Questo appiattimento potrebbe far progredire la tua scoliosi, è importante fare esercizi che mantengano la colonna vertebrale in una posizione normale.
    L’istituto scientifico italiano sulla colonna vertebrale Isico ha presentato uno studio all’International Society for the Study of the Lumbar Spine, questa ricerca smentisce la tesi che il nuoto possa essere una cura per la scoliosi, anzi fa emergere dati che dimostrano come la pratica di questo sport possa addirittura peggiorare le curve della schiena o addirittura indurre il mal di schiena. Quello che è emerso dai dati raccolti durante la ricerca è che il nuoto non cura la scoliosi e che in diversi casi può accentuarla o addirittura provocare il mal di schiena!
  • Corsa a lunga distanza; Sollevamento pesi.