L’epicondilite è una condizione dolorosa del gomito che colpisce soprattutto la popolazione con un’età compresa dai 35 ai 50 anni con particolare prevalenza nel sesso femminile.
Per definizione è un dolore localizzato all’epicondilo, che rende dolorosi o quando è molto grave, anche impossibili alcuni movimenti semplici come ruotare la maniglia della porta, oppure versare da bere.
Spesso l’epicondilite si presenta con un’insorgenza molto lenta e graduale, tanto da far sottovalutare la condizione al paziente fino a quando si ritrova ad avere difficoltà a tenere la sua ventiquattrore, a girare la chiave per aprire la porta di casa o a tenere in braccio il proprio bambino.
Generalmente vanno ricercate in uno scorretto uso dell’articolazione che messa in sovraccarico, tende ad infiammarsi nella componente epicondilare, ma non va assolutamente sottovalutata, la compresenza di patologie a carico del rachide cervicale (c5-c6-c7), e proprio la compresenza di Cervicalgia, deve destare sospetto e attenzione nel trattamento per evitare il fallimento, per incompletezza di trattamento alla fonte del problema.
Il dolore specifico alla palpazione dell’epicondilo rappresenta il segno che caratterizza l’affezione. Viene eseguito sul gomito piegato a 90 gradi, e si palpa così il tendine comune epicondileo, l’interlinea omero-radiale, il bordo esterno della testa radiale e la zona in cui emerge il nervo radiale. Alla palpazione quasi sempre si apprezzano un paio di cordoni mialgici nel muscolo corto supinatore e nei muscoli radiali.
Altro segno quasi certo è il dolore provocato nei muscoli epicondilari, quando si chiede una estensione contrastata del polso a dita flesse e l’estensione contrastata delle dita, sopratutto del medio.
Per riassumere i sintomi più comuni sono:
Generalmente le persone più a rischio sono coloro che fanno un uso intenso della mano, magari sottoponendosi a sport che richiedono doti di forza e stabilità del polso.
Certamente i microtraumi dovuti allo sforzo, uniti ad una serie eccessiva di rotazioni del polso (prono – supinazione del polso), sono le condizioni migliori per la comparsa del dolore.
Sport come il bodybuilding, la scherma, il tennis, il paddle (molto in voga in questo periodo), il ciclismo (mountain bike sopratutto) sono tra i più a rischio. Certo anche lavori ripetitivi come il lavoro in fabbrica, o lavori pesanti come il muratore (tenere in mano trapano o martello, oppure l’utilizzo del cacciavite) possono essere fattori che portano a sovraccaricare la muscolatura e di fatto portare ad un dolore al gomito. Tra le categorie da citare è bene non scordare come a rischio operatori di video terminali, dattilografi, idraulici e imbianchini, pittori, barbieri e parrucchieri, camerieri (per il continuo portare i piatti), meccanici (uso del cacciavite), carpentieri e anche giardinieri.
Proprio perché parliamo di una patologia da sovraccarico, va ricordato che tale condizione colpisce persone tra i 25 e i 60 anni, ovvero persone attive lavorativamente oppure sportive (non importa se si parla di sport amatoriali).
Per prima cosa, va assolutamente allontanata la causa del dolore (racchetta da tennis, lavoro manuale intenso..ecc ecc) . Evitare Prove varie per testare il livello di infiammazione, in quanto avrebbero solamente come effetto il riacutizzarsi della sintomatologia.
Prima di effettuare qualsiasi terapia, occorre che il fisioterapista valuti attentamente la persona che si rivolge a lui, in modo da poter progettare il percorso riabilitativo che in minor tempo possa dare il maggiore beneficio al paziente.
Nel caso dell’epicondilite si utilizza un approccio integrato tra:
Mezzi fisici antalgici e antinfiammatori come:
I dosaggi e la scelta dei singoli macchinari, l’applicazione delle tecniche manuali e la pianificazione degli esercizi sono specifici per ogni persona in funzione del momento terapeutico che sta attraversando (fase acuta / fase cronica) e della causa della patologia.