TECAR

LA TECARTERAPIA

La tecarterapia serve ad eliminare il dolore percepito dal paziente sin dalle prime sedute.

L’impiego della tecar è molto utile nelle terapie riabilitative per il recupero di distorsioni, lesioni tendinee, tendiniti, borsiti, esiti di traumi ossei e legamentosi, distrazioni osteoarticolari acute e recidivanti, artralgie croniche di varia eziologia, nelle patologie muscolo scheletriche come contratture, stiramenti e strappi muscolari, miositi, patologie a carico delle capsule articolari, processi artrosici, lombalgie e sciatalgie, come indubbia è la sua utilità nei programmi riabilitativi post chirurgici, in particolare dopo interventi di artroprotesi.

Tecar, per la capacità di ridurre significativamente i tempi di riabilitazione e recupero, ha trovato le sue prime applicazioni nel mondo dello sport: centinaia di squadre professionistiche la utilizzano per permettere agli atleti di recuperare in tempi brevi e consentire allenamenti senza interruzioni per incidenti, edemi o problematiche da sovraffaticamento.

Grazie ai risultati sul campo e numerosi studi clinici, il passo dalla medicina sportiva al centro fisioterapico è stato breve, fino a diventare una star della fisioterapia, proposta in un numero crescente di ambulatori e centri.

La Tecarterapia è una terapia semplice e non invasiva: sollecita fortemente i meccanismi cellulari e incrementa l’attivazione dei naturali processi riparativi e antinfiammatori, agendo anche sugli strati più profondi. Grazie ai due sistemi, capacitivo e resistivo, la sua azione si può indirizzare alle fasce muscolari e ai sistemi vascolare e linfatico, o più in profondità su tendini, articolazioni, legamenti, cartilagini e tessuto osseo.

È possibile effettuare l’applicazione immediatamente dopo un trauma o nella fase acuta di un processo infiammatorio, garantendo così buoni risultati in tempi molto rapidi; il dolore diminuisce sensibilmente già dalla prima seduta, e si può associare alla terapia manuale o ad altre tecniche riabilitative.

La Tecarterapia è particolarmente indicata per patologie riguardanti ginocchio, spalla, anca, caviglia, mani, colonna vertebrale, patologie dolorose infiammatorie osteoarticolari e muscolari, quali artrosi, lombalgie e sciatalgie, integrando l’intervento terapeutico nelle patologie osteoarticolari e muscolari cute e croniche.

La Tecarterapia si è rapidamente diffusa nella pratica comune, fino a diventare una protagonista della fisioterapia, grazie alla possibilità di essere utilizzata immediatamente dopo un trauma o durante la fase acuta di un processo infiammatorio, garantendo buoni risultati in tempi molto rapidi; essa è infatti uno strumento di notevole efficacia nel trattamento precoce di patologie dovute a eventi traumatici o problemi infiammatori, esercitando un’azione antidolorifica e curativa, capace di accelerare la naturale reazione riparativa e antinfiammatoria che l’organismo stesso metterebbe in atto, in tempi molto più lunghi. Il paziente avverte immediatamente un sollievo dal dolore che si traduce, in pratica, in una guarigione più rapida.

Anche nella flebo-linfologia l’utilizzo della metodica Tecar® si sta sempre più diffondendo, grazie alla sua azione di drenaggio emolinfatico molto efficace, di ripristino del microcircolo e ossigenazione tissutale.

Non ha effetti collaterali e può essere associata senza problemi ad altre terapie, come la terapia manuale.

La stimolazione dei tessuti produce già dalla prima applicazione una sensibile diminuzione del dolore, incrementa la circolazione sanguigna, aumenta la tensione di ossigeno nella zona trattata, genera una vasodilatazione, riduce le contratture muscolari, facilita il riassorbimento degli edemi.

La Tecar è in grado di trattare con efficacia e in tempi brevi le patologie riguardanti ginocchio, spalla, anca, caviglia, colonna vertebrale, mani e muscoli, come pure le patologie dolorose infiammatorie osteoarticolari e muscolari quali artrosi, lombalgie e sciatalgie; infatti, in funzione della problematica da trattare, l’azione può essere prevalentemente mirata alle fasce muscolari, al sistema circolatorio e linfatico, o si può esercitare più in profondità e dunque su tendini, articolazioni, legamenti, cartilagini e tessuto osseo.

Ogni seduta di Tecarterapia ha una durata media di 20 minuti e, in genere, per un ciclo completo di cura, sono necessarie da 5 a 10 sedute.

Il meccanismo d’azione: come funziona la tecar ?

A livello microscopico la cellula è come una pila elettrica, all’interno della membrana ha carica negativa e all’esterno positiva, la differenza di potenziale energetico deve avere un valore fisso in base al tipo di tessuto, ad esempio nel muscolo è di – 90 mV.

A causa di un evento infiammatorio o traumatico questa differenza può diminuire fino a – 20/30 mV, provocando un cattivo funzionamento della cellula che ostacola la guarigione.

La Tecar Terapia accelera i processi riparativi delle cellule grazie all’attività stimolante esercitata sul potenziale di membrana cellulare, contribuendo così a una notevole riduzione dei tempi di recupero.

Il funzionamento della macchina si basa sulla generazione di un campo magnetico ad elevata frequenza; in commercio si trovano macchinari con frequenza compresa tra 0,45 mhz e 1,2 mhz.

Tecarterapia

La Tecar sfrutta l’effetto del condensatore sul corpo umano, induce nel tessuto delle correnti di “spostamento” prodotte da un movimento alternato di cariche elettriche tramite ioni (molecole con una carica positiva o negativa).

Un altro effetto che la macchina può produrre è l’iperemia, cioè l’aumento del flusso sanguineo nei tessuti che si stanno trattando, utile soprattutto per sbloccare articolazioni rigide dopo una lunga immobilizzazione, una contrattura, uno strappo muscolare e su alcune giunture del corpo; ho notato che la spalla risponde meglio al trattamento fatto in atermia (a freddo) mentre sul ginocchio ho ottenuto i migliori risultati in ipertermia (molto caldo).

La temperatura più alta all’interno della cellula comporta un aumento del metabolismo, cioè: un maggior afflusso di sostanze nutritizie e ossigeno all’interno e di cataboliti (sostanze di scarto) all’esterno.

Il calore generato è di provenienza endogena, infatti è la conseguenza della resistenza del tessuto allo spostamento di ioni (atomi con carica positiva o negativa) nella cellula, causato dall’effetto condensatore della Tecar.

L’alta frequenza della corrente alternata erogata permette al tessuto corporeo di scaldarsi in profondità senza contrarre i muscoli, come avviene invece con l’elettroterapia (Tens, Correnti di Kotz).

A livello vascolare agisce riequilibrando la permeabilità di capillari e membrane cellulari, inoltre stimola la liberazione delle stazioni linfonodali sovraccaricate da scorie.

Quando si utilizza l’elettrodo resistivo si produce un incremento termico maggiore nei tessuti con una concentrazione minore di acqua, quindi ossa, tendini, tessuto adiposo e guaina del muscolo; viceversa l’elettrodo capacitivo lavora nei tessuti molli ad alto contenuto di acqua: muscoli.

Cariche elettriche: la Tecar terapia deve la sua affidabilità e la sua efficacia al trasferimento di energia biocompatibile verso i tessuti patologici;

questo induce dall’interno del tessuto stesso quelle che vengono chiamate correnti di spostamento grazie ad un movimento alternato di cariche elettriche sotto forma di ioni che costituiscono l’essenza di ogni substrato biologico.

Correnti naturali: la generazione della corrente, come spiegato, non avviene per emissione e quindi non è presente per contatto diretto ma come movimento di attrazione e repulsione delle cariche naturali sotto forma ionica.

Quindi la terapia agisce in profondità senza che l’epidermide sia attraversata da una emissione di energia diretta.

Dissipazione: la dissipazione dell’energia nelle normali macchine fisioterapiche, come gli ultrasuoni, marconi o TENS, nell’80% si perde nei primissimi micron dell’epidermide determinando un surriscaldamento superficiale ed una conseguente inefficacia a livello profondo.

Con la tecnica Tecar e la sua modalità di funzionamento, l’energia possiede una curva di degrado molto simile al modello di dissipazione ideale permettendo una terapia efficace fino agli strati più profondi.

Come viene utilizzata ?

Ci sono tanti modelli di Tecar che variano in base alla frequenza, alla potenza, al tipo di materiali utilizzati ecc.

Nella pratica si appoggia un elettrodo passivo, “piastra”, a contatto con il corpo del paziente, poi si lavora con un secondo elettrodo sulla zona da trattare, questo deve essere guidato manualmente dal fisioterapista .

La piastra serve perchè per il passaggio di corrente è necessario creare una differenza di potenziale tra due punti.

In base alla patologia, il terapista deciderà se utilizzare il circuito Resistivo o quello capacitivo oppure entrambi.

Modalità capacitiva e modalità resistiva per agire su tutti i tessuti

Tecar può lavorare in due modalità: la modalità capacitiva e la modalità resistiva, attraverso due diversi tipi di elettrodi.

Nella modalità capacitiva si utilizza una serie di elettrodi rivestiti da un particolare materiale isolante ceramizzato. L’azione si concentra in prossimità dell’isolante, quindi nella zona sottostante l’elettrodo mobile e soprattutto a livello dei tessuti molli come ad esempio le masse muscolari, e il sistema vascololinfatico.

Nella modalità resistiva, utilizzando elettrodi non rivestiti, quindi non isolati, la concentrazione di cariche e quindi l’effetto biologico si verifica nei tessuti a più alta resistenza (in pratica i tessuti a minor concentrazione d’acqua) che si interpongono tra l’elettrodo mobile e la piastra di ritorno, vale a dire ossa, articolazioni, tendini, legamenti, cartilagini, etc.

A seconda, perciò, della modalità con cui si lavora (capacitiva o resistiva) vi è la possibilità di agire in modo selettivo su tutti i tessuti biologici, sia quelli più superficiali sia quelli più profondi.

I tre effetti indotti da Tecar nel tessuto:

microcircolo, vasodilatazione, temperatura

Gli effetti biologici prodotti a livello dei tessuti da Tecar sono sostanzialmente tre:

  1.  incremento del microcircolo
  2.  vasodilatazione
  3.  incremento della temperatura interna.

Gli effetti sono, in funzione del livello energetico adoperato, cioè a basso, medio o alto livello: un aumento dell’attività metabolica con aumento della produzione di ATP (e quindi una velocizzazione della

riparazione), un aumento della circolazione ematica e del drenaggio linfatico (e quindi una migliore ossigenazione dei tessuti e il riassorbimento degli edemi), un aumento della temperatura endogena.

Come conseguenza, Tecar produce una riduzione del dolore per azione contro-irritante o per liberazione di endorfine, un aumento dell’estensibilità del tessuto collagene per riduzione della viscosità, una riduzione degli spasmi e contratture muscolari per ridotte attività degli efferenti secondari, una più rapida e completa dissociazione dell’ossigeno dell’emoglobina con maggiore disponibilità, che si accompagna a riduzione dell’energia di attivazione di importanti reazioni chimiche metaboliche, una vasodilatazione con aumento del flusso ematico locale che contribuisce al rifornimento di ossigeno e di sostanze nutritive e alla asportazione di cataboliti, una velocizzazione del riassorbimento di raccolte emorragiche.

La scelta del livello di trasferimento energetico a cui lavorare quindi, dipende dall’effetto che si desidera ottenere dalla patologia e dall’obiettivo terapeutico. Per ottenere una diminuzione del dolore, ossia un effetto sedativo-antalgico, bisognerà lavorare a livelli di potenza bassi, in atermia, come pure se la zona si presenta infiammata e gonfia per la presenza di un edema, per aumentare il flusso emolinfatico favorendo il processo di riassorbimento ed una più rapida risoluzione. Lavorando ad alti livelli energetici si ottiene, invece, un

miglioramento del trofismo muscolare e un rilassamento dei muscoli contratti dovuti all’aumento della vasodilatazione sia superficiale sia profonda.

Alcune tra le patologie più frequentemente risolte con la Tecarterapia

  • Lesioni traumatiche acute
  • Contratture
  • Stiramenti e strappi muscolari
  • Esiti di traumi ossei e legamentosi
  • Postumi di fratture
  • Deficit articolari
  • Artropatie da malattie autoimmuni
  • Rachialgie
  • Mialgia
  • Cervicalgia, Cervicobrachialgia
  • Lombalgia, Lombosciatalgia
  • Sindrome della cuffia dei rotatori
  • Sindrome da conflitto sub-acromiale
  • Periartrite
  • Capsulite retrattile
  • Epicondilite, Epitrocleite
  • Sindrome del tunnel carpale
  • Stiloidite radiale
  • Rizoartrosi
  • Coxalgia
  • Coxartrosi
  • Patologie adduttori
  • Gonartrosi
  • Tendinite rotulea
  • Cisti di Backer
  • Distorsione tibio-tarsica
  • Tendinite achillea
  • Borsite
  • Fascite plantare, Metatarsalgia