Come Curare la Lombalgia

Cenni di anatomia lombare:

La lombalgia è una patologia che riguarda l’area delle vertebre lombari. L’area lombare è costituita dalla sovrapposizione verticale di 5 vertebre,che hanno reciprocamente rapporti articolari con la vertebra soprastante e sottostante tramite faccette articolari (superfici “Piane” che permettono il movimento controllato fino a certi range di movimento fisiologico). Nel gergo comune e sopratutto nei referti radiografici, per indicare le vertebre interessate da una patologia, si tende  ad inserire la lettera L associandola al numero della vertebra, per cui parlare L4 ed L5, riguarda la quarta e quinta vertebra lombare. Tra ogni vertebra a gestire elasticamente il movimento troviamo un corpo morbido, chiamato disco intervertebrale, costituito da un anello fibroso abbastanza rigido e un nucleo polposo costituito da un gel idratato. All’intenro di ogni vertebra contigua, troviamo un foro, la cui sovrapposizione vertebrale crea un canale, all’interno del quale scorre il midollo spinale.  Il livello in cui termina il midollo spinale è variabile: in buona parte dei casi l’apice inferiore è posto nel disco intervertebrale tra L1 e L2, a livello del piano transpilorico, ma può terminare anche tra L2 e L3, o più raramente tra T12 e L1. La curva della lombare è una Lordosi

Come comportarsi in caso di lombalgia:

Il termine lombalgia è un termine generico, che letteralmente significa “Dolore lombare”. Quindi tale condizione e diangosi, non è assolutamente specifica, e non indica quale delle tante patologie, determina un dolore all’area lombare.

1) il primo approccio che DEVE essere attuato, è sempre di natura investigativa mediante gli esami radiologici. Il primo per importanza è sicuramente la Lastra, nelle proiezioni standard (Antero-posteriore e laterale), fatta se possibile in uno studio radiologico di comprovata serietà per ottenere una qualità delle immagini sufficente a far fare diagnosi. Il primo consiglio è sempre quello di non cedere alla tentazione di provare a “decifrare” il linguaggio tecnico usato nei referti, in quanto la descrizione che fa il radiologo, di una lastra potrebbe essere interpretata dal paziente come una cosa grave, quando invece è una condizione fisiologica rispetto all’età del paziente.

Ok, ho l’esame radiologico..che fare ora?

Il secondo passo è quello di prendere appuntamento con uno specialista e delegare a lui la lettura del proprio esame, e la visita clinica, per individuare con precisione se l’area dolente ed i sintomi combaciano con le immagini radiografiche. Il medico, vi visiterà, palperà i vostri muscoli lombari (alla ricerca di una contrattura muscolare), e saggerà il movimento nelle direzioni fisiologiche (alla ricerca di dolore, ed eventualmente alla ricerca di limitazioni articolari). Infine il medico farà la diagnosi del problema: ci dirà in pratica dove sta il meccanismo inceppato, e ci suggerirà la sua cura. Va ricordato che naturalmente ogni medico ha suoi metodi per fare diagnosi e, essendo un uomo, è soggetto ad errori. Per cui il consiglio è quello di rivolgersi a specialisti conclamati, e persone preparate sul problema, magari affidandosi al buon passaparola dell’amico o parente che ha magari avuto un problema simile e che ha risolto.

Il medico ha davanti a se 2 strade:

-E’ certo della sua diagnosi, e prescrive una cura farmacologia e una fisioterapia idonea per risolvere definitivamente la lombalgia

-Non è ancora certo, e preferisce approfondire il caso mediante una serie di indagini maggiormente specialistiche come Risonanza Magnetica, Elettromiografia, Tac, o una ecografia in un area o organo circostante.

Quali sono le principali patologie a carico della colonna Lombare, che creano una lombalgia?

Artrosi lombare e Uncoartrosi: è una condizione di tipo degenerativo in cui le articolazioni (faccette articolari) sono erose dall’uso e dagli anni, per cui le superfici di “Contatto tra le vertebre” sono consumate, e ogni movimento risulta doloroso e difficoltoso. E’ una patologia legata all’età, ma non è raro trovare anche persone giovani soffrirne. La causa va cercata in un difetto di postura, legata al lavoro sedentario,a traumi pregressi, o patologie mal curate negli anni (vecchia scoliosi, mai compensata).Spesso nell’esame rx sono presenti dei reperti chiamati osteofiti , (apposizione di calcio sulla carilagine che creano dei veri becchi, chiamati appunto Becchi Osteofitari ). Per curare questa condizione patologica, si usa, per prima cosa me ttere a “Riposo” e limitare il movimento dell’articolazione con dei bustini, magari portandoli esclusivamente in certe ore della giornata o nelle attività più intense. Si può aiutare mediante degli antinfiammatori, per alcuni giorni, prima di iniziare una terapia fisioterapica volta alla riduzione della contrattura muscolare, e a sfiammare l’area.

Iperlordosi e appiattimento della Curva: come spiegato in precedenza, la colonna lombare è costituita da segmenti il cui posizionamento determina una curva chiamata Lordosi. Tale curvatura ha un raggio che se aumentato determina l’iperlordosi, o se annullato determina un appiattimento della curva

Riduzione dello spazio intersomatico: nella breve analisi anatomica prima elencata, si parlava appunto del disco che si trova tra le vertebre. Tale struttura, ha una certa grandezza che va messa in comparazione con gli altri dischi. A Causa dell’età o a causa di un traumatismo del disco, può  succedere che radiologicamente si noti una riduzione dello spazio tra una o più vertebre, derminando patologie discali, come ernia del disco o protrusione, e naturalmente viene meno la funzione di ammortizzamento. Tale condizione può essere “Normale” in un soggetto anziano, ma spesso troviamo questa situazione in soggetti giovani. La vita sedentaria e il lavoro ad una scrivania, aumentano questo rischio, e per questo vanno allontanati i fattori che portano a questa disfunzione.

Ernie e Protrusioni discali: Come già descritto nei cenni di anatomia, tra ogni vertebra, troviamo un disco, ovvero una struttura a forma di cilindro schiacciato costituita da un anello fibroso esternamente, la cui struttura centrale è invece morbida con la consistenza di un gel. Tale anello che delimita la strutttura discale subisce negli anni un processo degenerativo divenendo sempre più rigido , e poco elastico, tanto che anche autonomaente può fissurarsi e permettere una estroflessione del materiale gelatinoso senza fuoriscita di gel. Si parla quindi di protrusione discale. Se l’anello si rompe del tutto, il gel del nucleo polposo tende ad uscire e invadere gli spazi circostanti, creando problematiche compressive a carico delle strutture neurologiche quali le radici sensitive e motorie, determinando una sintomatologia sensitiva, che vene così detta Lombosciatalgia. La differenza tra le due condizioni (protrusione oppure ernia) sta quindi nel grado di lesione alla struttura discale: meno grave la protrusione rispetto all’ernia, ma comunque dolorosa. Va comunque detto che molte persone hanno delle protrusioni o ernie senza saperlo affatto, e talvolta escono tali diagnosi in sede di esami, strumentali, in maniera fortuita. La cura è volta a mitigare il danno arrecato al disco. Va considerato che tali condizioni non sono facilmente risolvibili in maniera definitiva, ma comuqnue si riesce nella maggior parte dei casi a imparare  a convivere in maniera accettabile con il disagio. Importante risulta trattare il problema, in maniera corretta, con trattamenti posturali volti  a riequilibrare il segmento, limitare i sovraccarichi, e tentare di recuperare uno spazio accettabile tra ogni vertebra così da avere un rapporto meno pressante tra disco e radice nervosa che risulta tanto invalidante quanto più la pressione è importante.

Stenosi del canale: La stenosi del canale lombare è un restringimento del canale vertebrale (ovvero il tunnel che si crea sovrapponendo le singole vertebre, al cui interno passa il midollo spinale), dovuto generalmente alla degenerazione artrosica in soggetti predisposti. L’effetto di tale condizione è la compressione delle radici nervose. Il sintomo più frequente è la cosiddetta ‘claudicatio’ o zoppia spinale rappresentata dall’incapacità da parte del paziente di percorrere a piedi lunghi percorsi, e il bisogno di fermarsi dopo poco. Talvolta il sintomo si somma ad altre patologie sempre su basi artrosiche come artrosi dell’anca, aumentando i disagi. La cura definitiva è chirurgica anche in pazienti ultrasettantenni e si basa sulla laminectomia, ovvero sull’sportazione chirurgica degli elementi ossei posteriori che comprimono le radici nervose. Tale intervento risulta alquanto delicato, e va eseguito esclusivamente dopo aver tentato con la fisioterapia di alleviare il dolore, e sopratutto per un periodo non inferiore ai 6 mesi. Importante infine è rivolgersi a professionisti neurochirurghi  di comporvata esperienta in questo tipo di interventi.

Farmaci per curare la lombalgia:

Generalmente il medico prescrive un ciclo di antinfiammatori per un periodo ben preciso, compreso in 1-2 settimane, al termine del quale generalmente integra il trattamento con una prescrizione fisioterapica. Nei casi di particolare sintomatologia dolorosa, è possibile che si prescriva un ciclo di iniezioni di cortisone o antinfiammatorio, per affrontare meglio l’infiammazione. Talvolta si associa la prescrizione di un miorilassante, da integrare con l’antinfiammatorio, per combattere anche la contrattura muscolare che si genera appena il paziente sente dolore, e va vista come una reazione naturale del corpo per immobilizzare una zona che sta male, e permettere la normale guarigione. Tale intervento farmacologico è bene ricordare che è volto ad abbassare la soglia di dolore e di certo non mira alla risoluzione completa del problema, ma permette al fisioterapista di lavorare meglio, e affrontare in maniera più incisiva il problema.

Fisioterapia e trattamento manuale per curare la Lombalgia:

La fisioterapia è la branca che si occupa di provare a risolvere i problemi che ti affliggono!

La cosa importante e fondamentale è quella di rivolgersi ad un professionista Serio ma sopratutto Esperto. Vi sconsiglio categoricamente, massaggiatori domestici, pranoterapeuti, o stregoni vari. Va fatta in uno studio fisioterapico, all’ avanguardia! Purtroppo come tutte le cose che sono fatte bene, la fisioterapia ha un costo non proprio irrisorio, ma vi posso assicurare che il costo è nulla in confronto allo star bene e risolvere un problema di lombalgia che vi affligge da molto tempo,o che è insorto da poco. Il consiglio che vi posso dare, riguarda il  non ricercare un centro a buon mercato, che magari vi offre lo stesso trattamento di un altro centro ad un prezzo molto inferiore, pena il non risolvere il problema, o prolungare la terapia per molte sedute in più rispetto a quel posto più caro, ma che avrebbe risolto il problema  lombare in meno tempo. 

Trattamento e Fisioterapia per curare la Lombalgia:

Inizialmente il primo obiettivo, deve essere quello di ridurre il dolore e contrastare la contrattura muscolare che si è generata, per cui si consiglia Tecarterapia,laserterapia ad alta potenza, massoterapia, e terapie manuali, per un numero di sedute variabile da caso a caso. La seconda fase, è volta alla reale cura del problema, in quanto trattare il sintomo (dolore) non è la vera cura. Tale fase prevede un approccio posturale secondo il metodo Mezieres, o il metodo Souchard, o le tre squadre.  La frequenza di queste terapie varia in base alla fase iniziale e dalla eventuale cronicità del problema. La prima fase andrebbe fatta almeno 2-3 volte a settimana, mentre la rieducazione posturale 1 volta a settimana tassativamente! Spesso sento parlare di posturale di gruppo, o sedute in palestra: queste non sono posturali, ma ginnastiche dolci, spacciate per posturali! Va quindi approntato un protocollo personalizzato perché come abbiamo potuto vedere, ogni lombalgia ha una storia a se, e la causa non può essere curata in maniera generica.

Spero che questa guida possa essere di aiuto per tutte quelle persone che soffrono di Lombalgia acuta e Cronica, e che possano essere sempre più “inquadrate” nel modo corretto, e soprattutto che possano essere aiutate nel modo migliore.